Luoghi, Storia e Curiosità

18 articoli nella categoria Luoghi, Storia e Curiosità

Ràreca Aps 07/11/2023 0

11 Novembre - Evento Inclusivo al Museo Archeologico di Eboli | Tutti al Manes

Eboli, 6 novembre 2023 – Il Museo Archeologico Nazionale di Eboli e della Media Valle del Sele si appresta a diventare scenario di un evento altamente inclusivo denominato "Tutti al Manes", che si terrà sabato 11 novembre a partire dalle 10:00. Questa giornata rappresenta un'iniziativa pionieristica di esperienza culturale inclusiva. Questa visita esperienziale, contraddistinta dalla guida dei giovani del Tulipano Hub, parte del progetto Tulipano Art Friendly, offre un'occasione di crescita e condivisione unica. Con un focus specifico sull'inclusione di persone neurodivergenti e su individui con autismo, l'evento evidenzia il ruolo cruciale della cultura nel welfare e nel processo di integrazione sociale. L'accoglienza sarà curata dalla Dott.ssa Ilaria Menale, direttrice del Museo, e dal Dott. Giovanni Minucci, presidente dell'associazione Tulipano. Insieme, illustreranno l'essenza e i valori che sottendono a "Tutti al Manes", enfatizzando come il coinvolgimento di persone con difficoltà cognitive renda il patrimonio culturale più accessibile ed equo. Promosso dal Rotary Club di Eboli e realizzato in sinergia con la cooperativa sociale Il Tulipano, il Museo Archeologico Nazionale di Eboli, e il Ministero della Cultura, l'evento si configura come una piattaforma di sensibilizzazione verso tematiche di accessibilità e inclusione sociale. È un'occasione per mostrare come la valorizzazione della diversità possa tradursi in un beneficio collettivo, creando un tessuto sociale più coeso e sensibile. L'iniziativa "Tutti al Manes" costituisce un momento di incontro tra diversi ambiti della società, unendo il mondo dell'arte e della storia a quello dell'inclusione sociale, dimostrando che la cultura può e deve essere fruibile da tutti. Un appuntamento imperdibile per chiunque creda nel potere unificante e trasformativo dell'arte e della storia condivise.
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Rosa Genovese 09/08/2023 0

Amare il Proprio Territorio: Cosa Significa Veramente?

Nel vasto panorama della vita, c'è un legame profondo che ci unisce al luogo che chiamiamo casa. Questo legame è ciò che dà vita al concetto di "amare il proprio territorio". Ma cosa significa veramente amare il luogo in cui viviamo? In un mondo sempre più globalizzato, il concetto di amare il proprio territorio assume un'importanza sempre maggiore. Esploriamo le profonde sfumature di questo sentimento e scopriamo come esso vada oltre il semplice attaccamento e il suo impatto sulla nostra vita quotidiana. Radici e Appartenenza L'amore per il proprio territorio va oltre la mera affezionee allo stesso modo, "Amare il proprio territorio" va ben oltre un semplice attaccamento geografico. Riguarda l'idea di avere radici saldamente piantate in un luogo e di sentirsi parte integrante di una comunità,  che condivide una storia comune, una trama di vite intrecciate nel corso degli anni. Questo legame profondo genera un senso di appartenenza e di identità, che a sua volta influisce positivamente sulla nostra autostima e benessere emotivo. Connessione con le Radici Storiche Amare il proprio territorio significa abbracciare le radici storiche che lo rendono ciò che è. È immergersi nelle storie delle generazioni passate e comprendere come abbiano contribuito alla formazione della realtà attuale. Tutela delle Tradizioni Locali Le tradizioni locali sono i fili invisibili che tessono il tessuto sociale di una comunità. L'amore per il proprio territorio si traduce nell'impegno per preservare e celebrare queste tradizioni, poiché esse rappresentano l'essenza della cultura. Valorizzazione dell'Identità Culturale La cultura di un territorio è il suo cuore pulsante. Amare il proprio territorio significa apprezzarne le peculiarità culturali, dall'arte alla musica, dalla cucina alle tradizioni festose. Questo rispetto per l'identità culturale contribuisce a mantenere viva la diversità. Custodi della Cultura Le tradizioni locali e la cultura sono un tesoro da preservare. Amare il proprio territorio significa abbracciare le tradizioni del luogo e contribuire alla loro conservazione. Questo può essere fatto partecipando attivamente a eventi culturali, sostenendo le attività artistiche locali e trasmettendo queste tradizioni alle future generazioni. Impatto Sociale e Comunitario Amare il proprio territorio si traduce spesso in un coinvolgimento attivo nella comunità locale. Questo coinvolgimento può assumere diverse forme, come il volontariato, la partecipazione a iniziative di beneficenza e il sostegno alle attività commerciali locali. Questi sforzi non solo migliorano la vita della comunità, ma rafforzano anche il senso di appartenenza individuale. Apprezzamento per la Bellezza Naturale Un aspetto fondamentale dell'amore per il proprio territorio è l'apprezzamento per la bellezza naturale che lo circonda. Dalle maestose montagne alle splendide coste, ogni territorio ha la propria unicità e bellezza da offrire. Questo apprezzamento non solo contribuisce al benessere individuale, ma promuove anche la conservazione dell'ambiente. Crescita Individuale e Innovazione Amare il proprio territorio può essere un catalizzatore per la crescita individuale. Quando ci impegniamo attivamente nel miglioramento del nostro territorio, sviluppiamo abilità di risoluzione dei problemi e creatività. Questi attributi sono trasferibili anche in altre aree della nostra vita, portando a una crescita personale significativa. Coltivare l'Amore per il Proprio Territorio Coltivare un amore autentico per il proprio territorio richiede consapevolezza e azione. Ecco alcune cose che dovremmo tenere bene a mente per farlo: Esplorare la Storia Locale Conoscere la storia del proprio territorio può creare un legame più profondo con esso. Scoprire le origini, le sfide e i successi della comunità contribuisce a comprendere meglio il contesto in cui viviamo. Partecipare Attivamente Partecipare a eventi comunitari, riunioni cittadine e progetti locali è un modo tangibile per dimostrare il proprio amore per il territorio. Questo coinvolgimento non solo arricchisce la vita personale, ma contribuisce anche al benessere collettivo. Promuovere la Sostenibilità L'amore per il proprio territorio include anche la responsabilità di preservarlo per le future generazioni. Adottare comportamenti sostenibili, come la riduzione dell'uso di plastica e il riciclaggio, contribuisce a mantenere pulito e sano il nostro ambiente. Celebrazione della Cucina Locale Uno dei modi più tangibili per amare il proprio territorio è attraverso il cibo. La cucina locale è un tesoro culinario che racconta la storia e le influenze di una regione. Valorizzare e gustare i piatti tradizionali è un atto di amore enogastronomico. Contributo all'Arte e alla Musica L'arte e la musica locale riflettono l'anima di un territorio. Sostenere gli artisti locali e partecipare a eventi culturali amplifica la vitalità creativa e diffonde un senso di appartenenza. Tutela dell'Ambiente Naturale Amare il proprio territorio implica la custodia dell'ambiente naturale circostante. Questo amore si manifesta attraverso l'impegno per la sostenibilità ambientale e la protezione delle risorse naturali. Promozione della Sostenibilità La cura per il proprio territorio si riflette nel rispetto per l'ambiente. Promuovere pratiche sostenibili, ridurre l'inquinamento e incoraggiare la biodiversità contribuisce a preservare il territorio per le future generazioni. Fruizione delle Bellezze Naturali Apprezzare la natura è un atto di amore incondizionato. Esplorare i parchi locali, passeggiare lungo i sentieri naturali e godere della bellezza paesaggistica rafforza il legame con il territorio. Coinvolgimento nella Comunità L'amore per il proprio territorio si manifesta attraverso il coinvolgimento attivo nella comunità locale. Questo coinvolgimento crea legami duraturi e contribuisce al benessere collettivo. Collaborazione nel Volontariato Partecipare al volontariato locale è un segno tangibile di amore per il proprio territorio. Aiutare chi è in difficoltà e contribuire a progetti sociali rafforza la coesione comunitaria. Sostegno all'Economia Locale Scegliere di supportare il commercio locale è un atto di amore economico. Acquistare prodotti locali e frequentare le attività commerciali della zona favorisce la crescita economica a livello locale. La Ricchezza dell'Appartenenza In definitiva, amare il proprio territorio è abbracciare la ricchezza dell'appartenenza. È un legame che nutre il territorio e ci arricchisce come individui. Questo amore contribuisce a preservare la storia, a valorizzare la cultura e a proteggere l'ambiente. Amare il proprio territorio va oltre il mero affetto superficiale. Rappresenta un impegno profondo verso la comunità, la cultura e l'ambiente in cui viviamo. Questo sentimento non solo arricchisce la nostra vita, ma ha un impatto duraturo sulla società nel suo complesso.
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Ràreca Aps 15/04/2022 0

Cristo deposto, il gioiello più prezioso del Duomo di Capua

Si presume che il vescovo Erveo diede istruzioni sull’edificazione della cripta, che nell’impianto originario poteva configurarsi come una basilichetta a cinque navate. Senza dubbio il Cristo deposto di Matteo Bottiglieri (1724) è l’opera monumentale maggiormente apprezzata. La scultura è posizionata all’interno di una cappella, più correttamente detta sacello, ridefinita nel corso del XIX secolo ad imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Edificata nella seconda metà del nono secolo, durante la dominazione longobarda, e ricostruita quasi interamente negli anni '50 del novecento in seguito al bombardamento alleato, la chiesa di Santa Maria Assunta è silenziosa testimone di oltre mille anni della nostra storia. Il Duomo di Capua è uno scrigno di tesori: dall'altare riccamente decorato alla tela dell'Assunta del Solimena.  Il capolavoro più grande, tuttavia, si trova in disparte, laddove sorgeva una cappella detta sacello: il Cristo deposto del Bottiglieri. Prima di andare all’analisi dell’opera, però, spendiamo qualche parola su un artista così poco conosciuto. Matteo Bottiglieri nacque nel 1684 a Castiglione dei Genovesi, nel salernitano, ed ivi morì nel 1757. Fece parte del filone berniniano del barocco napoletano. Oltre al Cristo deposto, di lui si ricordano il notevole contributo all’abbellimento della guglia dell’immacolata in Piazza del Gesù, a Spaccanapoli, la realizzazione del complesso scultoreo della samaritana, nel chiostro della chiesa di San Gregorio Armeno, e di diverse sculture per l’altare maggiore della chiesa di San Giuseppe Dei Ruffi. Nel 1733 ha scolpito per il Duomo di Salerno tre opere, che si trovano tuttora sulla balaustra barocca che sovrasta il portico d'ingresso alla chiesa: statue di San Matteo e di due vescovi salernitani, ossia San Bonosio e San Grammazio. Il Cristo deposto, risalente al 1724, è un’opera non solo di straordinaria bellezza, ma anche di grande significato emozionale. Steso su un freddo basamento di marmo e malcoperto da un sudario, quello del Bottiglieri è un Gesù privo di lirismo, morto, che non ha più nulla da dire: non vi è dinamismo nel suo corpo, il viso si contrae in un’espressione che non è di dolore e neppure di pace, ben lontana dall’estatica sensazione dell’ascesa al cielo. Eppure è un’opera che non lascia indifferenti, forse proprio per questo. Cristo manifesta in maniera essenziale il significato del proprio sacrificio: farsi uomo e dimostrare la vicinanza di suo Padre all’umanità. La statua non sprigiona energia, ma lascia l’amaro in bocca di una tremenda disillusione: è questo il figlio di Dio? Costui è il Salvatore? E non riesce a fuggire la morte? Non è così: l’umano dolore di Gesù servirà a rendere ancora più trionfale il proprio trionfo sulle forze del male. Il Cristo deposto del Bottiglieri è un pugno in faccia, ma che lascia intravedere un barlume o, perchè no, un oceano di speranza. Se lo volessimo paragonare ad un’opera dello stesso tema, calzante sarebbe il parallelo con Il compianto sul Cristo morto del Mantegna, dove protagonista è un Gesù segnato, dai piedi sporchi. Per quanto riguarda la tecnica, invece, la statua più indicata per un confronto è il Cristo Velato di Giuseppe Sammartino, risalente al 1753 e conservato nella Cappella San Severo, nel cuore di Napoli. Probabilmente la scultura del Bottiglieri non raggiunge l’apoteosi tecnica dell’opera del Sammartino, ma forse ne ispira lo scalpello, offrendosi come modello per quanto riguardo la magistrale resa delle pieghe della sindone. Riguardo l’impatto, invece, le due opere non potrebbero essere più diverse: da una parte il disincanto e la concretezza della morte di un uomo, dall’altra la miracolosa leggerezza di un velo che sembra trasparente, pronto per essere squarciato dall’immane ascesa di Cristo, pronto a ricongiungersi con il Padre e con la perfezione del cosmo. E forse la chiave di lettura di entrambe le statue risiede nella differente resa del sudario: da un lato una sindone posta alla rinfusa, a coprire lo scempio arrecato al corpo di un uomo buono, dall’altro un lenzuolo evanescente, effimero, proprio come la venuta di Gesù sulla terra, primo passo del grande progetto del Padre.
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Ràreca Aps 23/02/2022 0

Grotta di San Michele Arcangelo regala incredibili emozioni

La grotta di San Michele Arcangelo è una cavità naturale situata sul versante occidentale del Monte Raione nel comune di Olevano sul Tusciano in provincia di Salerno. Al suo interno è ubicato un complesso religioso del IX-X secolo. L'ingresso della cavità è situato su un costone calcareo del monte, posto a ridosso del fiume Tusciano. Vi si accede attraverso due sentieri: uno inizia dalla frazione Ariano e l'altro inizia dalla frazione Salitto. I due sentieri si congiungono poco prima della grotta, terminando con una scalinata. La particolarità del sito è la presenza al suo interno di una struttura religiosa complessa e di particolare rilevanza storica, composta da cinque edifici di notevole pregio denominati martyrion, una Basilica ad aula unica con affreschi di epoca longobarda, due edicole votive con cortile, una chiesa e un oratorio. Questo grandioso complesso monumentale è stato riconosciuto da prestigiosi enti mondiali come uno dei patrimoni storici più belli. Il Word Monument Funds lo ha inserito in una speciale classifica dei 100 più importanti monumenti al mondo "a rischio e da salvare". Fonte Post/foto di Gianfranco Vitolo dal gruppo facebook Olevano Rovella Pugliano Giffoni Bellizzi Battipaglia Eboli Pontecagnano Per visualizzare l'album clicca qui
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Ràreca Aps 12/07/2021 0

Talete - parte seconda

"Continua la storia di Talete come come promesso nel post precedente, vi racconto per quale fortunata coincidenza riuscì a riprendere considerazione..." Mentre Talete se ne stava al paesello a riprendersi dalla caduta nel pozzo, in Egitto il faraone Amasis convocava i migliori ingegneri affinché prendessero la misura esatta dell’altezza della piramide di Cheope. Infatti, il faraone, sentendosi importante quanto Cheope pretendeva per se una piramide esattamente uguale. Fatto sta che nessuno gli portava un dato concorde e soprattutto non lo convincevano i metodi di calcolo usati. Quindi convocati dei mercanti per sapere se conoscessero qualcuno anche di lontani paesi capace di tale misurazione seppe che in un paesello greco sperduto vi era uno strambo che prendeva strane misure anche se considerato uno stupido dai compaesani. Allora diede incarico di portarlo da lui promettendo adeguata ricompensa. Il buon Talete, accettato l’invito, si presentò al cospetto del più grande sovrano del tempo e, mentre i vari ingegneri e saggi tentavano di convincere il sovrano a desistere trattandosi di uno stupido straccione, affermò di non aver bisogno di schiavi e grandi seguiti ma che avrebbe preso la misura grazie al solo bastone portato con sè. Il Faraone volle recarsi di persona assieme a Talete a vedere come avrebbe fatto e soprattutto se fosse stato necessario decapitarlo in quanto, stante a quanto sostenevano gli altri ingeneri molto interessati alla cosa, era un impostore che voleva prenderlo addirittura in giro essendo per loro impossibile misurare una così alta piramide (138 mt.) con un semplice bastone. Talete applicando il suo teorema sulle rette parallele proporzionando l’ombra della piramide con l’ombra del bastone misurò più volte e in poco tempo l’altezza esatta della piramide dimostrando e convincendo il faraone che per tanta genialità fece incidere in più parti il nome di Talete con i classici geroglifici egiziani che in epoca recente sono stati decifrati. La morale principale dell’aneddoto e che pure lascio a Voi intelligenti è che non bisogna mai scoraggiarsi anche se incompresi ed osteggiati.  
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