Rigenerazione e Sviluppo Locale: il successo del progetto Co.Meta

Museo Archeologico Nazionale, Pontecagnano Faiano (SA), 22 Aprile

Ràreca Aps 22/04/2024 0

Oggi, 22 aprile, il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano Faiano ospiterà un evento significativo dedicato alle iniziative di agricoltura sociale, turismo sostenibile, welfare inclusivo e sviluppo delle comunità locali nell'ambito del progetto Co.Meta. Un'opportunità unica per testimoniare come tali pratiche possono fondersi per rivitalizzare e sostenere la crescita comunitaria.

Valorizzazione e Sviluppo Multidimensionale

Il progetto Co.Meta mira a incardinare un approccio multidimensionale allo sviluppo, promuovendo non solo la riqualificazione dei luoghi ma anche l'arricchimento delle relazioni sociali e delle offerte turistiche e culturali. Il punto focale sarà l'impatto dell'imminente apertura dell'Aeroporto di Salerno Costa D'Amalfi e come esso potrebbe fungere da catalizzatore per un turismo responsabile e per l'integrazione economica della comunità.

Quest'iniziativa di rigenerazione territoriale è stata possibile grazie al decisivo sostegno della Fondazione CON IL SUD e di Enel Cuore. Nel corso degli ultimi quattro anni, il progetto ha beneficiato della collaborazione di un ampio partenariato, che include Capovolti Coop. Sociale, Stalker Coop. Sociale, Consorzio Mestieri Campania, Legambiente Campania, GAL Colline Salernitane, Cava Felix Coop. Sociale, La Città della Luna Coop. Sociale, Fondazione della Comunità Salernitana, e AICCON.

I partner hanno contribuito non solo finanziariamente ma anche con expertise e risorse, rafforzando l'impatto e la sostenibilità del progetto.

Rigenerazione Territoriale e Sociale

Attraverso il recupero di terreni incolti e la promozione di inserimenti lavorativi per individui vulnerabili, il progetto ha già dato prova del suo impegno nella tutela ambientale e nel sostegno sociale. L'evento sarà occasione di confronto per ulteriori possibilità di queste iniziative, ponendo l'accento su come la salvaguardia idrogeologica e il recupero di antiche colture possano coesistere con una visione moderna e sostenibile.

Dialogo e Condivisione di Idee

Adottando il format "TALK ON", l'evento promette un scambio aperto e collaborativo di idee. Parteciperanno diversi stakeholder, tra cui sindaci, consiglieri regionali e rappresentanti di cooperative e fondazioni, per discutere come rafforzare i processi di welfare generativo e sostenere l'economia locale attraverso la prossimità e l'integrazione delle pratiche di sviluppo territoriale.

Degustazione e Networking

La serata si concluderà con una degustazione dei prodotti realizzati nell'EcoParco, dimostrazione tangibile degli sforzi congiunti del partenariato di progetto. Questo momento non solo valorizzerà il lavoro svolto ma offrirà anche una piattaforma per il networking, enfatizzando l'importanza dell'inserimento lavorativo per le persone con svantaggi.

L'evento finale di stasera del Progetto Co.Meta, rappresenta un promemoria del potere delle comunità di unirsi per un obiettivo comune, mostrando come l'integrazione di pratiche sostenibili possa effettivamente trasformare la vita locale e promuovere un futuro più prospero e inclusivo.

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PROGRAMMA

SALUTI
Valerio Cutolo, Fondazione CON IL SUD

INTRODUCE 
Francesco Napoli, Presidente Capovolti Coop. Sociale

NE DIALOGANO
Alessandro Chiola, Sindaco di Montecorvino Pugliano
Mimmo Volpe, Sindaco di Bellizzi
Antonio Giuliano, Sindaco di Giffoni Valle Piana
Andrea Volpe, Consigliere Regionale
Eligio Troisi, Direttore GAL Colline Salernitane
Elena Silvestri, Consorzio La Rada
Anna Checchero, Consorzio Mestieri
Antonia Autuori, Fondazione della Comunità Salernitana
Patrizia Stasi, Fondazione Campania Welfare
Francesca Ferro, Legambiente Campania
Serena Miccolis, AICCON
Sergio Damiani, La Città della Luna Coop. Sociale
Emiliano Sergio, Cava Felix Coop. Sociale
Claudio Condorelli, Stalker Coop. Sociale
Rosa Genovese, Rareca APS
Loredana Parisi, DMED, Consorzio Edamos
Simona Dino Guida, Le Cirque APS
Michele D’Elia, Avalon APS
Angela Pisacane, CopAgri Salerno
Carmela Santarcangelo, ProgAgri Salerno
Nadia Chianese, Agri Advisor
Luciana Ponticelli, Slow Food Comunità Valle dell’Irno

CONCLUDE
Rosario D’Acunto, Presidente Nazionale ASSOTES

MODERA
Rosita Sosto Archimio, Giornalista

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Ràreca Aps 11/04/2020

La Pastiera: dolce napoletano primaverile per eccellenza
Lo senti anche tu questo profumo di cannella, vaniglia, limoni e fiori d’arancio?
– Certo, è la primavera!
– No, è a pastiera!!

 

Ingredienti

Per la pastafrolla:

1 kg. di farina italiana

200 gr. di 'nzogna (strutto)  se Pasqua cade in un periodo ancora freddo o di burro

350 gr. di zucchero

4 uova intere

 

Per il ripieno

1 kg. di ricotta di pecora

1 kg. di grano duro non miscelato

1 lt. di latte

 1 kg. di zucchero

15 uova intere

la buccia di 1 limone

cedro candito; arancia candita; zucca candita (la "cucuzzata freccia in alto")

una bustina di vaniglia

una fialetta di acqua di fiori d'arancio

pizzico di cannella (facoltativo - non consigliato dai cultori della Tradizione)

 

Preparazione

Lasciate in una terrina il grano a chicchi immerso nell'acqua per tre giorni cambiando l'acqua al mattino e alla sera. Sciacquate, versate in una pentola contenente abbondante acqua  e cuocete  a fiamma alta fino alla bollitura senza mai aggiungere del sale; raggiunta la bollitura, continuare a cuocere a fuoco basso per un'ora e mezza circa senza mai girarlo. Scolate ed il grano è pronto per la preparazione della pastiera.

Preparate la pasta frolla mescolando tutti gli ingredienti, formate una pagnotta e lasciatela riposare per almeno 24 ore.

Versate in una casseruola: il grano cotto, il latte, il burro e la scorza grattugiata di 1 limone; lasciate cuocere per 10 minuti mescolando spesso finché assume  un aspetto cremoso.

Mischiate a parte la ricotta, lo zucchero, le uova intere, una bustina di vaniglia, l' acqua di fiori d'arancio e, se lo gradite, un pizzico di cannella. Lavorate il tutto fino a rendere l'impasto molto fine. Aggiungete una grattata di buccia di un limone e la frutta candita tagliata a cubetti.

Amalgamate il tutto con il grano.

Distendete l'impasto della pasta frolla con un matterello per ricavare una "pettola" dello spessore di circa 1/2 cm e rivestitevi un "ruoto alto 6 cm. precedentemente imburrato, facendo attenzione a far aderire bene la pasta; ritagliate la parte  eccedente, ristendetela e ricavatene delle strisce larghe circa 1 cm. Queste strisce, oltre a decorare, come detto nella presentazione, la pastiera, servono a controllarne la lievitazione nel forno contenendo il "gonfiore" che deriverà dalla successiva cottura.

Con questa operazione abbiamo ottenuto il recipiente di pasta frolla che accoglierà la farcitura.

Versate nel ruoto rivestito con la pettola, la farcitura prima preparata; livellatela e decorate con le strisce precedentemente ricavate dalla "pettola" di pasta frolla  ed infornate a  200° per un'ora/un'ora e mezzo finché la pastiera non avrà preso un colore ambrato. Una buona cottura consente allo zucchero di far diventare la pastiera quasi lucida ed un po' brillante, dandole un gradevolissimo aspetto.

La pastiera va fatta assestare e asciugare per almeno due giorni e va mangiata, pertanto, fredda.

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Ràreca Aps 26/05/2023

Palazzina della Cittadella Giudiziaria di Salerno intitolata ad Antonio Genovesi
Ben contenti ed orgogliosi condividiamo la notizia dataci da Mario Camillo Sorgente, ex sindaco di Castiglione del Genovesi  (13 giugno 2004 - 26 maggio 2014), attualmente consigliere comunale.
La palazzina D della Cittadella Giudiziaria di Salerno è stata intitolata al Grande Illuminista Antonio Genovesi.
Un mirabile profilo dell'abate nato a Castiglione nel 1713 è stato tracciato dal prof. Giso Amendola, che durante la cerimonia di intitolazione voluta dalla Presidente della Corte di Appello di Salerno, dott.ssa Iside Russo, ha ben evidenziato lo spessore culturale dell'economista, filosofo e giusnaturalista, vanto della Cultura Salernitana. Il merito della individuazione è del Procuratore Generale dott. Leonida Primicerio che ha proposto l'intitolazione della palazzina che ospita l'aula Magna della corte di Appello di Salerno ad Antonio Genovesi, mostrando grande sensibilità e spessore culturale.
Voluta dalla Presidente Iside Russo, il Procuratore Generale Leonida Primicerio, il Prof. Giso Amendola, il Sindaco di Castiglione del Genovesi dott. Bottigliero, la Dirigente della Corte di Appello dott.ssa Francesca Del Grosso, la dott.ssa Nicoletta Grancagnolo e tutto il personale della Corte di Appello che hanno contribuito fattivamente. Un ringraziamento speciale alla Rizzo Marmi di Pontecagnano che ha realizzato il basso rilievo in marmo apposto nell'edificio ANTONIO GENOVESI.
È bene ricordare che:
«È legge dell'universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri».
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Ràreca Aps 06/04/2021

Curiosità: Il Monte Monna

Il Monte Monna, rilievo dei monti Picentini che sovrasta il comune di Castiglione del Genovesi, è alto 1195 metri sul livello del mare e presenta un clima freddo, assai piovoso nel semestre freddo con nevicate abbastanza frequenti dai 900-1000 mt.

Detto comunemente "la Monna", il suo nome deriva dal fatto che la sommità si presenta priva (monda) di vegetazione: in dialetto locale si fa riferimento alla sbucciatura della frutta, che si dice appunto "monnata".

Altra interpretazione del nome “Monna”. Accettiamo e riportiamo di buon grado un’altra interpretazione ovvero quella in base alla quale Monna derivi dalla forma medioevale abbreviata di madonna, nel senso di «signora».

Forma che alla fine del medioevo si usava premettere come titolo al nome proprio. Famosa la Monna Lisa del Giocondo, nome della donna che, secondo la tradizione, è ritratta nel celebre dipinto di Leonardo noto col titolo La Gioconda.

L’espressione si premetteva anche a nomi comuni o ad altri appellativi, formando locuzioni allusive al carattere o all’attività della donna cui erano rivolte: monna vocaboliera (Alfieri, riferito a una donna toscana che gli insegnava a ben parlare).

A supporto di tale tesi è la forma del monte vista dal versante orientale che ricorda il profilo di una signora adagiata nonché la presenza di alcuni terreni posti alle sue pendici i cui nomi richiamano caratteri tipicamente femminili: madrefiglia, mammella, capitiello ecc.

A noi l’ipotesi non dispiace affatto, anzi, che una signora così nobile abbia in custodia nel suo grembo il nostro amato paese è un’immagine poetica e materna che affascina ed intenerisce.

Né ci incuneiamo in meandri linguistico/etimologici che sono campo di azione di specialisti del settore. Ci limitiamo a riportare le diverse interpretazioni nella convinzione che la conoscenza dell’origine dei nomi e delle locuzioni siano elemento ulteriore di amore verso il proprio paese.

 

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