11 Novembre - Evento Inclusivo al Museo Archeologico di Eboli | Tutti al Manes

Impegno per un futuro di cultura accessibile e inclusiva.

Ràreca Aps 07/11/2023 0

Eboli, 6 novembre 2023 – Il Museo Archeologico Nazionale di Eboli e della Media Valle del Sele si appresta a diventare scenario di un evento altamente inclusivo denominato "Tutti al Manes", che si terrà sabato 11 novembre a partire dalle 10:00. Questa giornata rappresenta un'iniziativa pionieristica di esperienza culturale inclusiva.

Questa visita esperienziale, contraddistinta dalla guida dei giovani del Tulipano Hub, parte del progetto Tulipano Art Friendly, offre un'occasione di crescita e condivisione unica. Con un focus specifico sull'inclusione di persone neurodivergenti e su individui con autismo, l'evento evidenzia il ruolo cruciale della cultura nel welfare e nel processo di integrazione sociale.

L'accoglienza sarà curata dalla Dott.ssa Ilaria Menale, direttrice del Museo, e dal Dott. Giovanni Minucci, presidente dell'associazione Tulipano. Insieme, illustreranno l'essenza e i valori che sottendono a "Tutti al Manes", enfatizzando come il coinvolgimento di persone con difficoltà cognitive renda il patrimonio culturale più accessibile ed equo.

Promosso dal Rotary Club di Eboli e realizzato in sinergia con la cooperativa sociale Il Tulipano, il Museo Archeologico Nazionale di Eboli, e il Ministero della Cultura, l'evento si configura come una piattaforma di sensibilizzazione verso tematiche di accessibilità e inclusione sociale. È un'occasione per mostrare come la valorizzazione della diversità possa tradursi in un beneficio collettivo, creando un tessuto sociale più coeso e sensibile.

L'iniziativa "Tutti al Manes" costituisce un momento di incontro tra diversi ambiti della società, unendo il mondo dell'arte e della storia a quello dell'inclusione sociale, dimostrando che la cultura può e deve essere fruibile da tutti. Un appuntamento imperdibile per chiunque creda nel potere unificante e trasformativo dell'arte e della storia condivise.

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Ràreca Aps 23/02/2022

Grotta di San Michele Arcangelo regala incredibili emozioni
La grotta di San Michele Arcangelo è una cavità naturale situata sul versante occidentale del Monte Raione nel comune di Olevano sul Tusciano in provincia di Salerno. Al suo interno è ubicato un complesso religioso del IX-X secolo.
L'ingresso della cavità è situato su un costone calcareo del monte, posto a ridosso del fiume Tusciano. Vi si accede attraverso due sentieri: uno inizia dalla frazione Ariano e l'altro inizia dalla frazione Salitto. I due sentieri si congiungono poco prima della grotta, terminando con una scalinata.
La particolarità del sito è la presenza al suo interno di una struttura religiosa complessa e di particolare rilevanza storica, composta da cinque edifici di notevole pregio denominati martyrion, una Basilica ad aula unica con affreschi di epoca longobarda, due edicole votive con cortile, una chiesa e un oratorio.
Questo grandioso complesso monumentale è stato riconosciuto da prestigiosi enti mondiali come uno dei patrimoni storici più belli. Il Word Monument Funds lo ha inserito in una speciale classifica dei 100 più importanti monumenti al mondo "a rischio e da salvare".
Fonte Post/foto di Gianfranco Vitolo dal gruppo facebook Olevano Rovella Pugliano Giffoni Bellizzi Battipaglia Eboli Pontecagnano
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Ràreca Aps 20/03/2021

E’ fatta notte dicette Cascione...

Sul gruppo facebook "Sei dei Castiglione del Genovesi se..." tempoi fa abbiamo fatto una raccolta di “detti” Castiglionesi. Ne raccogliemmo parecchi ma si osservò pure che si trattava di detti non “solo” Castiglionesi ma di tutta la zona ed anche oltre. Effettivamente quando si parla di “detti” e modi di dire non si può non considerare che si è all’interno di una “cultura” meridionale/napoletana e che quindi si usano espressioni comuni a questa.

Vi fu, però, anche un “detto” che passò quasi in sordìna inosservato ma che è tipico ed esclusivo Castiglionese ed è proprio di questo che voglio parlarvi: “E’ fatta notte, dicette Cascione”.

Che vuol dire questo detto? Premettiamo che il detto è tramandato per tradizione orale e che risale verosimilmente al periodo borbonico e che le notizie certe si mescolano con la leggenda. Dunque “Cascione” era un giovane militare Castiglionese così chiamato per essere un pezzo di ragazzo. Militava nell’esercito che era di stanza nelle nostre zone presidiate in quanto note per la presenza di briganti che operavano a valle e si nascondevano sui monti. 

Ebbene Cascione fu condannato alla fucilazione per presunto tradimento. Cosa aveva fatto? Aveva trafugato del cibo dalla dispensa militare per darla alla sua gente e colto in flagrante fu accusato di collaborazionismo e per questo condannato.

Di fronte al plotone gli fu chiesto quale fosse l’ultima cosa che avesse da dire e lui disse: “E’ fatta notte”.

Immaginatevi la scena e l’atmosfera che gravava sui presenti che assistevano a quella tragedia immanente, ed immaginatevi lo stupore nel vedere i soldati che deponevano le armi e l’ufficiale che sentita la dichiarazione decideva di soprassedere e di “graziare” Cascione. Tra il sospiro di sollievo e lo stupore la gente si chiedeva cosa avesse detto Cascione di tanta importanza e potenza?  Aveva detto: “E’ fatta notte”. Questa semplice frase risultò così profonda da far desistere il plotone dal commettere quell’omicidio. L’ufficiale vide il giovane e si girò verso quella gente a cui il condannato aveva dato da mangiare al punto da rischiare la vita. Dovette rendersi conto di trovarsi di fronte a brava gente, tutt’altro che briganti. E poco ci mancò che prendesse il resto della dispensa per distribuirlo ai presenti.

“E’ fatta notte” se ci pensate è lo stesso concetto di “..ed è subito sera” di Quasimodo. Ed è di una profondità indicibile. E’ il senso della pochezza della nostra esistenza, della nostra estrema pochezza. Tanto da non valer la pena di fare del male. Non a caso a Quasimodo fu assegnato il premio Nobel per la letteratura.

Cascione per aver detto “è fatta notte” non fu mai insignito del premio Nobel, lo sappiamo solo noi Castiglionesi che disse “E’ fatta notte” e magari più di qualcuno non sa nemmeno bene il perché. Però Cascione ebbe un premio anche più grande: ebbe salva la vita.

E a noi Castiglionesi è rimasto questo detto tanto magico quanto misterioso.
"E' fatta notte ..dicette Cascione".

Completo il racconto del "detto", per dirvi cosa è successo a me inerente a questo “detto” unicamente Castiglionese. 

Mi trovavo a Firenze per lavoro e non mi ero premunito di prenotare una stanza. Finito il lavoro mi recai in una strada piena di pensioni, hotel ecc. (via Guelfa mi ricordo finanche) per cercare una stanza da dormire. Ma niente era tutto pieno. Al terzo tentativo mi resi conto di essermi messo in un pasticcio e cercai al portiere che mi diceva di non aver posto che mi desse più aiuto. E questi disse: “non posso aiutarla anche perché a quest’ora s’è fatta notte” e poi quasi tra sé a bassa voce aggiunse “dicette Cascione”. E qui lo fermai dicendogli: “Lei è di Castiglione” e costui rispose: “No, ma lo diceva sempre una mia zia”.

Insomma per farla breve quando capì che ero di Castiglione si attivò e mi trovò un posto da un affittacamere per quella notte.

E qui mi convinsi che questo nostro detto ha qualcosa di miracoloso, o comunque è fortemente identificativo del nostro paese che quasi come una formula magica risolve questioni molto complicate.

E così ho finito di parlarvi del detto Castiglionese “E’ fatta notte .. ricette Cascione”.

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Rosario Vitolo 07/07/2021

Abbazia di Tubenna: L'arco a sesto acuto

L'arco a sesto acuto è un elemento centrale dell'architettura gotica. Il suo utilizzo aveva motivazioni sia formali che costruttive. Di fronte all'allora dominante tecnica dell'arco a tutto sesto, l'arco a sesto acuto significava un avvicinamento a quelle forme di arco, che corrispondeva alla distribuzione delle forze nella parabola.

I primi archi a sesto acuto si trovano già nell'architettura islamica, in particolare ai tempi degli Abbasidi, nell'architettura bizantina, nel romanico siculo normanno sin dal 1072. Nell'architettura gotica sacra gli archi a sesto acuto vennero utilizzati già dalla prima metà del XII secolo.Dalla Francia la forma dell'arco a sesto acuto si diffuse verso il 1200 alla Germania.

L'arco a sesto acuto presenta differenti vantaggi rispetto all'arco a tutto sesto, in particolare la risultante delle spinte dovute al peso proprio e ai carichi gravanti su di esso cade molto più vicino alla base del piedritto; con ciò si può fare a meno dei grossi spessori murari che fungevano da contrafforte e sostituire i massicci pilastri di sostegno con slanciate colonne. Un altro notevole vantaggio è la possibilità di realizzare volte a crociera ogivali capaci di coprire anche piante rettangolari, inoltre rispetto all'arco a tutto sesto, a parità di lunghezza della corda, si ha un'apertura più alta e slanciata.

Quest'insieme di nuove tecniche costruttive modificò la fisionomia degli edifici, che divennero proiettati verso l'alto, come le famose cattedrali del XIII secolo.

Conclusione: l'Abbazia di Tubenna risale verosimilmente ad un periodo che va dall'anno 1000 al 1200.

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