Grotta di San Michele Arcangelo regala incredibili emozioni

Ràreca Aps 23/02/2022 0

La grotta di San Michele Arcangelo è una cavità naturale situata sul versante occidentale del Monte Raione nel comune di Olevano sul Tusciano in provincia di Salerno. Al suo interno è ubicato un complesso religioso del IX-X secolo.
L'ingresso della cavità è situato su un costone calcareo del monte, posto a ridosso del fiume Tusciano. Vi si accede attraverso due sentieri: uno inizia dalla frazione Ariano e l'altro inizia dalla frazione Salitto. I due sentieri si congiungono poco prima della grotta, terminando con una scalinata.
La particolarità del sito è la presenza al suo interno di una struttura religiosa complessa e di particolare rilevanza storica, composta da cinque edifici di notevole pregio denominati martyrion, una Basilica ad aula unica con affreschi di epoca longobarda, due edicole votive con cortile, una chiesa e un oratorio.
Questo grandioso complesso monumentale è stato riconosciuto da prestigiosi enti mondiali come uno dei patrimoni storici più belli. Il Word Monument Funds lo ha inserito in una speciale classifica dei 100 più importanti monumenti al mondo "a rischio e da salvare".
Fonte Post/foto di Gianfranco Vitolo dal gruppo facebook Olevano Rovella Pugliano Giffoni Bellizzi Battipaglia Eboli Pontecagnano
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Ràreca Aps 05/05/2021

Archivio di Stato di epoca napoleonica

Archivio di Stato di epoca napoleonica...ecco cosa succedeva a Castiglione il 2 gennaio 1810

Provincia di Principato Citra. Università di Castiglione. Distretto di Salerno.

Atto della dichiarazione fatta dal padre per la nascita di una bambina legittima.

Oggi che sono li due del mese di gennaio milleottocentodieci ad ore quindici avanti a noi incaricato dei registri degli atti dello Stato Civile è comparso Michele Genovese del fu Stefano di professione sartore di anni quarantasei domiciliato in detta Università ed ha presentato una bambina di sesso femminile nata in costanza del suo legittimo matrimonio con Rosa Polverino della città di Cava ed ha dichiarato volergli imporre i seguenti nomi: Lucia Maria Caterina.

La presente dichiarazione e presentazione si è fatta in presenza nostra e dei seguenti testimoni….

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Ràreca Aps 12/07/2021

Talete - parte seconda
"Continua la storia di Talete come come promesso nel post precedente, vi racconto per quale fortunata coincidenza riuscì a riprendere considerazione..."

Mentre Talete se ne stava al paesello a riprendersi dalla caduta nel pozzo, in Egitto il faraone Amasis convocava i migliori ingegneri affinché prendessero la misura esatta dell’altezza della piramide di Cheope. Infatti, il faraone, sentendosi importante quanto Cheope pretendeva per se una piramide esattamente uguale.

Fatto sta che nessuno gli portava un dato concorde e soprattutto non lo convincevano i metodi di calcolo usati.

Quindi convocati dei mercanti per sapere se conoscessero qualcuno anche di lontani paesi capace di tale misurazione seppe che in un paesello greco sperduto vi era uno strambo che prendeva strane misure anche se considerato uno stupido dai compaesani.

Allora diede incarico di portarlo da lui promettendo adeguata ricompensa. Il buon Talete, accettato l’invito, si presentò al cospetto del più grande sovrano del tempo e, mentre i vari ingegneri e saggi tentavano di convincere il sovrano a desistere trattandosi di uno stupido straccione, affermò di non aver bisogno di schiavi e grandi seguiti ma che avrebbe preso la misura grazie al solo bastone portato con sè.

Il Faraone volle recarsi di persona assieme a Talete a vedere come avrebbe fatto e soprattutto se fosse stato necessario decapitarlo in quanto, stante a quanto sostenevano gli altri ingeneri molto interessati alla cosa, era un impostore che voleva prenderlo addirittura in giro essendo per loro impossibile misurare una così alta piramide (138 mt.) con un semplice bastone.

Talete applicando il suo teorema sulle rette parallele proporzionando l’ombra della piramide con l’ombra del bastone misurò più volte e in poco tempo l’altezza esatta della piramide dimostrando e convincendo il faraone che per tanta genialità fece incidere in più parti il nome di Talete con i classici geroglifici egiziani che in epoca recente sono stati decifrati.

La morale principale dell’aneddoto e che pure lascio a Voi intelligenti è che non bisogna mai scoraggiarsi anche se incompresi ed osteggiati.

 

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Ràreca Aps 20/03/2021

E’ fatta notte dicette Cascione...

Sul gruppo facebook "Sei dei Castiglione del Genovesi se..." tempoi fa abbiamo fatto una raccolta di “detti” Castiglionesi. Ne raccogliemmo parecchi ma si osservò pure che si trattava di detti non “solo” Castiglionesi ma di tutta la zona ed anche oltre. Effettivamente quando si parla di “detti” e modi di dire non si può non considerare che si è all’interno di una “cultura” meridionale/napoletana e che quindi si usano espressioni comuni a questa.

Vi fu, però, anche un “detto” che passò quasi in sordìna inosservato ma che è tipico ed esclusivo Castiglionese ed è proprio di questo che voglio parlarvi: “E’ fatta notte, dicette Cascione”.

Che vuol dire questo detto? Premettiamo che il detto è tramandato per tradizione orale e che risale verosimilmente al periodo borbonico e che le notizie certe si mescolano con la leggenda. Dunque “Cascione” era un giovane militare Castiglionese così chiamato per essere un pezzo di ragazzo. Militava nell’esercito che era di stanza nelle nostre zone presidiate in quanto note per la presenza di briganti che operavano a valle e si nascondevano sui monti. 

Ebbene Cascione fu condannato alla fucilazione per presunto tradimento. Cosa aveva fatto? Aveva trafugato del cibo dalla dispensa militare per darla alla sua gente e colto in flagrante fu accusato di collaborazionismo e per questo condannato.

Di fronte al plotone gli fu chiesto quale fosse l’ultima cosa che avesse da dire e lui disse: “E’ fatta notte”.

Immaginatevi la scena e l’atmosfera che gravava sui presenti che assistevano a quella tragedia immanente, ed immaginatevi lo stupore nel vedere i soldati che deponevano le armi e l’ufficiale che sentita la dichiarazione decideva di soprassedere e di “graziare” Cascione. Tra il sospiro di sollievo e lo stupore la gente si chiedeva cosa avesse detto Cascione di tanta importanza e potenza?  Aveva detto: “E’ fatta notte”. Questa semplice frase risultò così profonda da far desistere il plotone dal commettere quell’omicidio. L’ufficiale vide il giovane e si girò verso quella gente a cui il condannato aveva dato da mangiare al punto da rischiare la vita. Dovette rendersi conto di trovarsi di fronte a brava gente, tutt’altro che briganti. E poco ci mancò che prendesse il resto della dispensa per distribuirlo ai presenti.

“E’ fatta notte” se ci pensate è lo stesso concetto di “..ed è subito sera” di Quasimodo. Ed è di una profondità indicibile. E’ il senso della pochezza della nostra esistenza, della nostra estrema pochezza. Tanto da non valer la pena di fare del male. Non a caso a Quasimodo fu assegnato il premio Nobel per la letteratura.

Cascione per aver detto “è fatta notte” non fu mai insignito del premio Nobel, lo sappiamo solo noi Castiglionesi che disse “E’ fatta notte” e magari più di qualcuno non sa nemmeno bene il perché. Però Cascione ebbe un premio anche più grande: ebbe salva la vita.

E a noi Castiglionesi è rimasto questo detto tanto magico quanto misterioso.
"E' fatta notte ..dicette Cascione".

Completo il racconto del "detto", per dirvi cosa è successo a me inerente a questo “detto” unicamente Castiglionese. 

Mi trovavo a Firenze per lavoro e non mi ero premunito di prenotare una stanza. Finito il lavoro mi recai in una strada piena di pensioni, hotel ecc. (via Guelfa mi ricordo finanche) per cercare una stanza da dormire. Ma niente era tutto pieno. Al terzo tentativo mi resi conto di essermi messo in un pasticcio e cercai al portiere che mi diceva di non aver posto che mi desse più aiuto. E questi disse: “non posso aiutarla anche perché a quest’ora s’è fatta notte” e poi quasi tra sé a bassa voce aggiunse “dicette Cascione”. E qui lo fermai dicendogli: “Lei è di Castiglione” e costui rispose: “No, ma lo diceva sempre una mia zia”.

Insomma per farla breve quando capì che ero di Castiglione si attivò e mi trovò un posto da un affittacamere per quella notte.

E qui mi convinsi che questo nostro detto ha qualcosa di miracoloso, o comunque è fortemente identificativo del nostro paese che quasi come una formula magica risolve questioni molto complicate.

E così ho finito di parlarvi del detto Castiglionese “E’ fatta notte .. ricette Cascione”.

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