Notizie dal Territorio

47 articoli nella categoria Notizie dal Territorio

Ràreca Aps 05/05/2022 0

Sabato 7 maggio torna al MAP l’iniziativa “I Tesori nascosti della Campania”

Sabato 7 maggio torna al MAP l’iniziativa “I Tesori nascosti della Campania”. A partire dalle ore 9,30 sarà presentata una sezione tattile della collezione degli Etruschi di frontiera realizzata grazie alla collaborazione con il Liceo Artistico Sabatini-Menna di Salerno a conclusione del Percorso per le competenze trasversali e l’orientamento "Arte e accessibilità museale". Gli studenti delle classi 3B e 3C, guidati dagli esperti, hanno selezionato e riprodotto tre dei reperti più significativi della collezione museale: la kotyle del "Pittore del Lupo cattivo" (VI sec. a.C.), l'elmo d'impasto con apice configurato (IX sec. a.C.) e la coppa con anse a cavallini (fine VIII sec. a.C.). Le riproduzioni saranno a disposizione dei visitatori del museo che potranno non solo ammirare i tesori degli Etruschi di frontiera, ma anche toccare le loro fedeli riproduzioni, realizzate utilizzando tecniche il più possibile affini alle originali.Ministero della Cultura | museitaliani | Direzione regionale Musei Campania | Campania - Coordinamento Regionale di ICOM Italia | drmcampania | museicampani| MAP | 
Leggi tutto

Ràreca Aps 28/04/2022 0

"Orizzonti di attesa" Mostra di Michela Liberti al MAP - Pontecagnano

Il mese di maggio al Museo Archeologico Nazionale Gli Etruschi di frontiera a Pontecagnano Faiano sarà denso di appuntamenti culturali, grazie ad una intensa collaborazione tra il Museo stesso, l’Amministrazione Comunale e le Associazioni locali. Si parte il 1 maggio e fino al 29, con la Personale dell’artista Michela Liberti. Il titolo della Mostra è: “Orizzonti di attesa” e, come recita il suo curatore, Giovanni Cardone: ”E’ la luce la protagonista di questo progetto artistico. Una luce viva, mutevole, cangiante, reale e fiabesca ma, al tempo stesso, affabulatrice… Michela Liberti è capace di far vivere e rivivere di una luce tutta propria, attraverso i suoi sogni, le emozioni… che ognuno vorrebbe riassaporare”. Il titolo di questo percorso artistico “Orizzonti di attesa” è in sintonia con il momento storico che stiamo vivendo tutti: la solitudine, il tempo sospeso, il desiderio di tornare a vivere, la consapevolezza che niente sarà più come prima, come recita Cardone: “Abbiamo bisogno di sognatori…” Gli sprazzi di luce e di colore riempiono l’anima e ci consentono di ritrovare una nuova energia. Da non perdere! Condividi
Leggi tutto

Ràreca Aps 26/04/2022 0

A Scuola con la Storia. Percorsi di Storia Locale

Progetto Polibio "A Scuola con la Storia. Percorsi di Storia Locale" Scuole Primarie e Secondarie di Primo Grado di San Cipriano Picentino Si è svolta per tutto il mese di Marzo e si è conclusa con le vistite guidate alla Biblioteca Comunale "Benedetto Croce", all'Archivio Storico Comunale ed al Museo Civico di San Cipriano Picentino l'annualità 2021-2022 del Progetto Polibio. Promuovere la Ricerca, lo studio della Storia Locale; diffondere la conoscenza degli aspetti monumentali, artistici ed ambientali del Territorio; nonchè valorizzare le dinamiche storia locale /globale; favorire la ricerca interdisciplinare; ammorbire gli schemi interpretativi e le categorie generalizzanti; verificare le ricadute locali di processi generali ed, infine, analizzare le spinte locali su processi generali sono stati gli obiettivi delle azioni progettuali elaborati dai format elaborati dal Dipartimento Cultura - Servizi Culturali del Comune di San Cipriano Picentino che l'Ammnistrazione comunale ha proposto all'Istituto Comprensivo Statale "Antonio Genovesi" per la Classi della Scuola Primaria e Secondaria. Il percorso si è svolto attraverso incontri tematici in aula, dove sono stati affrontati temi quali : metodologia e tecnica del racconto e del racconto storico; approfondimenti tematici, "contestualizzazione" con la proiezione di immagini e filmati del Format "Progetto Polibio" e visite guidate.
Leggi tutto

Ràreca Aps 18/04/2022 0

San Cipriano Picentino Inaugurazione "Spazio Bambini Ragazzi"

San Cipriano PicentinoSabato 23 APRILE 2022 alle ore 10:00 INAUGURAZIONE Spazio Bambini e Ragazzi Presso la Biblioteca Comunale "Benedetto Croce". In occasione della Giornata Mondiale del Libro e del diritto d'autore del 23 aprile, l'amministrazione Comunale di San Cipriano Picentino inaugurerà presso la biblioteca comunale "Benedetto Croce" di San Cipriano Capoluogo in via Roma uno spazio dedicato ai Bambini ed ai Ragazzi. Durante l'inaugurazione ci sarà lo spettacolo "Musical Bolle di sapone" di Lula Poppins.
Leggi tutto

Ràreca Aps 15/04/2022 0

Cristo deposto, il gioiello più prezioso del Duomo di Capua

Si presume che il vescovo Erveo diede istruzioni sull’edificazione della cripta, che nell’impianto originario poteva configurarsi come una basilichetta a cinque navate. Senza dubbio il Cristo deposto di Matteo Bottiglieri (1724) è l’opera monumentale maggiormente apprezzata. La scultura è posizionata all’interno di una cappella, più correttamente detta sacello, ridefinita nel corso del XIX secolo ad imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Edificata nella seconda metà del nono secolo, durante la dominazione longobarda, e ricostruita quasi interamente negli anni '50 del novecento in seguito al bombardamento alleato, la chiesa di Santa Maria Assunta è silenziosa testimone di oltre mille anni della nostra storia. Il Duomo di Capua è uno scrigno di tesori: dall'altare riccamente decorato alla tela dell'Assunta del Solimena.  Il capolavoro più grande, tuttavia, si trova in disparte, laddove sorgeva una cappella detta sacello: il Cristo deposto del Bottiglieri. Prima di andare all’analisi dell’opera, però, spendiamo qualche parola su un artista così poco conosciuto. Matteo Bottiglieri nacque nel 1684 a Castiglione dei Genovesi, nel salernitano, ed ivi morì nel 1757. Fece parte del filone berniniano del barocco napoletano. Oltre al Cristo deposto, di lui si ricordano il notevole contributo all’abbellimento della guglia dell’immacolata in Piazza del Gesù, a Spaccanapoli, la realizzazione del complesso scultoreo della samaritana, nel chiostro della chiesa di San Gregorio Armeno, e di diverse sculture per l’altare maggiore della chiesa di San Giuseppe Dei Ruffi. Nel 1733 ha scolpito per il Duomo di Salerno tre opere, che si trovano tuttora sulla balaustra barocca che sovrasta il portico d'ingresso alla chiesa: statue di San Matteo e di due vescovi salernitani, ossia San Bonosio e San Grammazio. Il Cristo deposto, risalente al 1724, è un’opera non solo di straordinaria bellezza, ma anche di grande significato emozionale. Steso su un freddo basamento di marmo e malcoperto da un sudario, quello del Bottiglieri è un Gesù privo di lirismo, morto, che non ha più nulla da dire: non vi è dinamismo nel suo corpo, il viso si contrae in un’espressione che non è di dolore e neppure di pace, ben lontana dall’estatica sensazione dell’ascesa al cielo. Eppure è un’opera che non lascia indifferenti, forse proprio per questo. Cristo manifesta in maniera essenziale il significato del proprio sacrificio: farsi uomo e dimostrare la vicinanza di suo Padre all’umanità. La statua non sprigiona energia, ma lascia l’amaro in bocca di una tremenda disillusione: è questo il figlio di Dio? Costui è il Salvatore? E non riesce a fuggire la morte? Non è così: l’umano dolore di Gesù servirà a rendere ancora più trionfale il proprio trionfo sulle forze del male. Il Cristo deposto del Bottiglieri è un pugno in faccia, ma che lascia intravedere un barlume o, perchè no, un oceano di speranza. Se lo volessimo paragonare ad un’opera dello stesso tema, calzante sarebbe il parallelo con Il compianto sul Cristo morto del Mantegna, dove protagonista è un Gesù segnato, dai piedi sporchi. Per quanto riguarda la tecnica, invece, la statua più indicata per un confronto è il Cristo Velato di Giuseppe Sammartino, risalente al 1753 e conservato nella Cappella San Severo, nel cuore di Napoli. Probabilmente la scultura del Bottiglieri non raggiunge l’apoteosi tecnica dell’opera del Sammartino, ma forse ne ispira lo scalpello, offrendosi come modello per quanto riguardo la magistrale resa delle pieghe della sindone. Riguardo l’impatto, invece, le due opere non potrebbero essere più diverse: da una parte il disincanto e la concretezza della morte di un uomo, dall’altra la miracolosa leggerezza di un velo che sembra trasparente, pronto per essere squarciato dall’immane ascesa di Cristo, pronto a ricongiungersi con il Padre e con la perfezione del cosmo. E forse la chiave di lettura di entrambe le statue risiede nella differente resa del sudario: da un lato una sindone posta alla rinfusa, a coprire lo scempio arrecato al corpo di un uomo buono, dall’altro un lenzuolo evanescente, effimero, proprio come la venuta di Gesù sulla terra, primo passo del grande progetto del Padre.
Leggi tutto