La bellezza salverà il mondo

Rosario Vitolo 12/07/2021 0

La bellezza salverà il mondo, cito Dostoevskij, che affermava la sua importanza fondamentale nel diffondere tramite l'arte la cultura. E allora c'é da essere d'accordo con chi precisa ulteriormente che quindi é la cultura che salverà il mondo prima ancora della bellezza. Non mi incuneo in diatribe filosofiche che finirebbero con l'annoiare chi legge e vado subito sul concreto e spiccio che è quello di voler elogiare chi mette in campo iniziative culturali nel nostro paese.

La Cultura - intesa come tradizioni, arte, musica, racconti, cinema, storie e via discorrendo - costituisce l'unico modo che l'uomo ha a disposizione per connettersi intellettualmente ai suoi simili e comunicare sé stesso e il mondo.   

Rifletto spesso su ciò che si possa fare per il futuro dei giovani, o genericamente su ciò che sia giusto per la società. 

Credo che la prima risposta sia nell’offrire e diffondere cultura, e che non sia immediata ed evanescente ma che abbia un tempo ed uno spazio dove collocarsi, che pretenda domande, opinioni avverse, dialoghi e non dei semplici generici e immediati ‘mi piace’, o delle annoiate astensioni.

In questo tempo soppresso e in questo spazio rimosso dall’immediatezza, non è facile riflettere, approfondire e dissentire. Con più facilità l’informazione e la conoscenza diventano illusoriamente sinonimi. Ricordiamoci però che l’informazione è atemporale, mentre il sapere matura nel tempo. 

Grazie all'attuale 'connessione veloce' si va dovunque ma senza esperienza. Si prende atto di tutto,  ma senza fare conoscenza. Si ammassano informazioni e dati senza scopo. Si bramano esperienze vissute ed emozioni esaltanti in cui però si resta sempre uguali. 

Invece si include solo se si dialoga, se si attua uno scambio di differenze, se in qualche modo l’altro non ci è più estraneo.  Se si rinuncia alla diversità, il rischio è quello di una community in cui viene meno la controparte dialettica e di conseguenza le informazioni diventano comunicazione cumulativa e non più di relazione. 

La cultura necessita in primis di riflessione, distacco, initimo ascolto. Oggi però il modello applicato si basa sulla semplificazione e immediatezza e cerca un esibito successo apparente. Si cerca di  guadagnar tempo, risparmiare risorse, ridurre l'impegno richiesto dalla concentrazione.

Per questo han gran successo social tipo Instagram, perché incantano, attirano e illudono in un attimo e grazie a quel solo attimo restituiscono la propria immagine rafforzata. Più che social a me sembrano rincorse ad un attimo.

Ma assorbire cultura è costringersi ad una posizione, è inchiodarsi ad un’idea e non passare oltre finché non si è assorbito il concetto, non si è esaurito il confronto. 

Cultura è ascoltare parole, guardare immagini, seguire storie in raccoglimento e - per via di quel rito a cui si prende parte -ritrovarsi diversi da come si era appena prima. 

Viviamo un tempo di semplificazione e di divulgazione estrema e massiva.Una sorta di democratica schiavitù volontaria che non contempla il giudizio critico e lo scoraggia. 

Ci omologhiamo secondo affinità immediate. Per esempio preferiamo la Coca Cola al vino  perchè gradevole e semplice: acqua, zucchero e caramello. Piace a tutti e unisce tutti. Non solleva domande, pensieri ulteriori, ragionamenti, paragoni, non evoca memorie. Il vino invece di domande ne solleva molte. Si ha bisogno di codici per capirlo, di qualcuno che insegni a assaporarlo, di un contesto adeguato, di un bicchiere giusto e del rito antecedente alla degustazione. 

Si ha in una parola bisogno della cultura per sviluppare libertà e creatività personale, rispetto all'esperienza vissuta. In un tempo giusto e non fatto di istanti virtuali, in un luogo vero e di aggregazione virtuosa. La cultura può salvare il mondo sviluppando il pensiero ulteriore, in una quotidianità sempre più funzionale ai bisogni e agli scopi immanenti della società. Lo salverà quando sarà in grado di distribuire equamente i codici per permettere alla Bellezza di comunicarsi.

Mi sono dilungato troppo. È un campo in cui non riesco a tener a freno la mente e la penna. Me ne scuso e ritorno allo scopo del post che è quello di voler elogiare chi, in qualsiasi modo, nel nostro paese come altrove, a prescindere da tutto, si sforza di diffondere cultura.

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Ràreca APS 17/10/2019

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UNA STORIA D'AMORE

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A questa romantica storia se ne lega un'altra altrettanto speciale. L'albero si chiama Gaudi perché così volle chiamarlo il fondatore dei vivai Stefano Capitanio prematuramente deceduto e la guida ci ha detto che quando si trovava davanti a Gaudi egli soleva dire che sarebbe stato felice se le sue ceneri fossero un giorno messe accanto all'albero. I familiari hanno eretto una piccola edicola accanto a Gaudi dove sono le sue ceneri. Altre storie ci sono state raccontate e orto dei miracoli è il posto giusto dove raccontarle e dove nei giorni a venire saranno raccontate.

Fonte Facebook "APS Parco Domingo - ORTO DEI MIRACOLI BARI"

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Ben contenti ed orgogliosi condividiamo la notizia dataci da Mario Camillo Sorgente, ex sindaco di Castiglione del Genovesi  (13 giugno 2004 - 26 maggio 2014), attualmente consigliere comunale.
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È bene ricordare che:
«È legge dell'universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri».
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